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Di fronte a disastri ambientali e sociali, un'analisi appassionata sullo sconvolgimento del presente. Da Galileo a Lovelock, dai miti alla teoria della complessità, un viaggio attraverso secoli e immaginari, per cambiare prospettiva, venire a patti con l'imprevedibilità della natura e guardare al mondo come a un palcoscenico su cui mettere in scena una nuova idea di futuro.«La pandemia ha dato a questo testo un'inaspettata risonanza e urgenza intellettuale» – Wiener ZeitungQuali futuri possibili scaturiranno dai cambiamenti in atto? Quali chiavi di lettura? Che storie ci racconteremo un giorno sui tempi che stiamo vivendo?In quest'inizio di terzo millennio l'Occidente sembra avviato a una svolta necessaria: cambiamento climatico, eventi epocali e crisi economiche ci dimostrano che il mondo non è così inerte né a nostra completa disposizione come lo aveva immaginato il secolo dei Lumi. È la fine di un'era, di una civiltà? Per rispondere a questi interrogativi, Philipp Blom torna a indagare la storia culturale europea, ripercorrendo alcune di quelle «grandi ferite narcisistiche» già inferte dalla natura e dalla scienza alla visione antropocentrica della realtà. Dalla «piccola era glaciale» di metà Cinquecento alle scoperte di Galileo, dalla teoria dell'evoluzione di Darwin alla psicanalisi di Freud, dalle acquisizioni dell'astronomo Edwin Hubble alla deriva narcisistica, l'autore intraprende un viaggio negli immaginari del passato per arrivare alla conclusione che a essere in c