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Una lettura di sorprendente attualità sull'intreccio tra democrazia, propaganda e capitalismo. Un testo inedito che, dopo più di mezzo secolo, fornisce una preziosa chiave interpretativa dei fenomeni che scuotono la scena mondiale.rnrn«I movimenti fascisti potrebbero essere indicati come le piaghe, le cicatrici di una democrazia che non è ancora pienamente all'altezza del suo concetto. In questi movimenti la propaganda costituisce la sostanza della politica. L'antisemitismo rappresenta uno degli "assi della piattaforma"". Se così si può dire, è sopravvissuto agli ebrei, e su questo si basa la sua forma spettrale.»rnrnIl 6 aprile 1967 Theodor Adorno tenne una conferenza all'Università di Vienna il cui valore va ben oltre l'aspetto puramente storico e che può aiutarci a comprendere il tempo che stiamo vivendo. Risalendo alle origini del consenso ottenuto dai movimenti radicali di destra, il filosofo intendeva chiarire le ragioni dell'ascesa dell'NPD, formazione di destra che all'epoca stava registrando un certo successo nella Repubblica Federale Tedesca. Adorno mette in luce e collega tra loro in modo inedito vari elementi: il congegno sofisticato della propaganda e l'antisemitismo, il connubio tra perfezione tecnologica e un «sistema folle», l'individuazione di un capro espiatorio e l'odio ostentato verso gli intellettuali di sinistra e la cultura in generale, la tendenza del capitale alla concentrazione e la paura diffusa di perdere il proprio status sociale. Oggi lo «spettro