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È stato il «miglior sindaco di Roma». Eppure la sua storia è pressoché sconosciuta, come la grande stagione capitolina di cui fu protagonista. Il racconto di una figura controversa, di un irregolare in una straordinaria fase di vita del paese.«Chi dovrebbe leggere e meditare queste pagine sono i candidati al Campidoglio che si stanno preparando per la campagna elettorale» - Stefano Folli, Robinson«In sei anni Nathan cambiò la capitale e inventò un modello fruibile per la Roma che verrà, per altre città, persino per chi sia chiamato a governare un paese. Ma è un modello rimasto confinato nel mito, nessuno lo ha ripreso. Perché?»Nathan era diventato sindaco di Roma nelle ultime settimane del 1907, alla guida di una coalizione diversa da quelle del passato, che metteva assieme liberali e repubblicani, radicali e socialisti. Eccentrico signore di sessantadue anni, allora si conosceva di lui soltanto l'essenziale: anticlericale, ebreo, repubblicano, nato a Londra ed estraneo agli interessi vivi che si muovevano in città. Non era iscritto a nessun partito e si era presentato all'appuntamento elettorale con un atteggiamento antidemagogico: sostenendo di essere pronto ad «accettare suffragi ma non a cercarli». La Giunta Nathan in sei anni cambiò il volto della capitale. Portò idee e idealità: la scuola laica e per tutti; la lotta ai monopoli e alla rendita; servizi pubblici efficienti e tecnologicamente all'avanguardia, capaci di fare concorrenza all'impresa privata; la partecipazion