Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza. Leggi di più
«Può una casa diventare protagonista di un romanzo d'amore? Non ci avrei mai creduto, ma questo romanzo di Sergio Maldini racconta la storia di un uomo e di una casa, racconta di un'insofferenza torbida e malinconica che genera un ansioso desiderio di fuga, un pungente bisogno d'amore. Marco - il protagonista del libro -, giunto all'età in cui non si sa più se sentirsi giovani o vecchi, non ne può più del suo lavoro, della vita assillante del giornalista romano, del rumore che assorda, della fretta avvilente, del disagio in cui affoga annaspando. Lo trascina un sogno che potrebbe diventare un progetto: trovarsi una casa a Nord-Est, lontana da Roma, nella desolata Bassa friulana. Marco potrebbe davvero restaurare un rustico nel paesaggio spalancato e biancastro di un universo tanto reale quanto immaginario, potrebbe disegnarne la pianta, descriverne con precisione l'arredo, definirne il decoro, ma potrebbe anche "inventare la vita"" e raccontare tutto questo come il fragile intreccio di un sogno. In fondo le parole sono i ferri del suo mestiere, in fondo non ha ancora deciso di tagliare i ponti con la propria quotidiana esistenza, non ha neppure deciso di riconquistare intera l'intima solitudine nella quale il suo desiderio cresce e divampa. C'è all'origine della sua ribellione un bisogno di pace e tranquillità che esclude qualsiasi slancio affrettato, qualsiasi affannosa rincorsa: il sogno si dipana con calma lentezza, pigramente godendo la quiete di una beata sonnolenza che