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"Mio Gherardo, qualche soldato canta; da una baracca all'altra si tenta il coro; [...] qualche aeroplano gironza; la tua arriva; si fa un gran silenzio d'armi."" Dal 18 aprile 1916 all'ottobre 1918 Giuseppe Ungaretti, al fronte col 19° Fanteria, intrattiene una fitta corrispondenza con Gherardo Marone, ""un giovine che s'appassiona, un giovine di vocazione"", direttore a Napoli della rivista letteraria ""La Diana"". Le lettere, le cartoline e i telegrammi - a cui Ungaretti spesso allega le poesie da pubblicare sulla ""Diana"" -, oltre a raccontare il sorgere di una salda amicizia e di un sodalizio intellettuale, testimoniano la genesi della grande poesia di Ungaretti, quella che il mondo conoscerà grazie a ""Il Porto Sepolto"" (1916), ""Allegria di Naufragi"" (1919) e ""L'Allegria"" (1931). Questa edizione delle lettere a Marone riunisce, ordina e commenta sia quelle conservate alla Biblioteca Nazionale di Napoli, sia quelle fortuitamente ritrovate nei mercati di Porta Portese e di Sal