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"Barunìa"" nasce in Sicilia, terra che si specchia sulle sponde faraoniche, ma che ha riposto il suo ""oro"" nelle infinite distese di grano, di agrumi, nella bellezza architettonica, paesaggistica e nella genialità femminile, spesso invisibile. Un contesto luminoso nell'immaginario di tutti, che di fatto ha proiettato le sue ombre con la povertà e con le armi. Il romanzo, infatti, trae spunto da una cruda realtà accentuata dal secondo conflitto mondiale. Periodo che i siciliani hanno vissuto in modo diverso da altri connazionali. Un popolo confuso che identificava la guerra negli stenti e nella miseria, piuttosto che nel fine politico. In questo quadro, il ""potere"" e l'analfabetismo sono dipinti come i veri padroni delle ""anime"", delle menti e soprattutto delle donne. ""Barunìa"" è l'incontro-scontro fra realtà culturale, paesaggistica e immaginativa. È l'emozione allo stato puro dove si affacciano passioni, misteri, intuizioni e personaggi assolutamente probabili quanto assurdi."