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Il libro nasce per non dimenticare il momento storico del martoriato estremo lembo della Sicilia, del dissesto ambientale e sociale che provocò il tentativo di industrializzazione di quel territorio e la trasformazione di una società dedita all'agricoltura e pastorizia che viene a contatto con un benessere inaspettato e superiore ai propri standard di vita e che trasforma anche chi è dedito al malaffare, infatti proprio a Gela nasce, in contrapposizione a "Cosa Nostra"", la cosiddetta ""Stidda"", organizzazione criminale caratterizzata da inaudita ferocia ed efferatezza. In città si susseguono in quegli anni numerosi omicidi, addirittura stragi; si spara e si uccide ovunque tra la folla ignara, nei mercatini rionali, nelle piazze. Si uccide anche per sbaglio o per non aver dato la precedenza per entrare in un bar. Numerosi commercianti vengono taglieggiati con la richiesta del ""pizzo""; alcuni pagano con la vita, altri denunciano, con le relative conseguenze per sé e per i familiari. L'insicurezza nella popolazione per l'assenza di protezione delle istituzioni è palese."