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La storia è quella di un bambino che vive l'intera fanciullezza in campagna. In Barbagia. In quella campagna del centro Sardegna che dai primi del novecento, i turisti europei e continentali amano visitare perché "è la terra dei banditi e dei Balentes"" a seguito delle imprese criminali che molte bande hanno compiuto e che sono state riportate dai giornali di tutta Europa. In questo periodo, facendo il ""piccolo servo pastore"" ha modo di conoscere l'ambiente barbaricino e i personaggi che lo abitano e che in qualche maniera lo governano. Personaggi come Isidoro, ""l'eroe, coraggioso e ardito""; Don Simplico, un nobil-uomo che con la sua bonarietà e saggezza mediava le brighe tra i pastori e i capi contrada, come Tziu Ambrosu Murru e Tziu Costantinu (Titinu) Arcamone. Uomini questi, temuti e rispettati, i quali con la loro ""arte nel saper governare le cose e gli uomini"", dettavano, al posto della Legge dei Giudici e dei carabinieri, la loro ""regola"" alla quale, tutti del circondario dovevano assoggettarsi e asservirsi. Campagne, quelle Barbaricine, di una bellezza sconvolgente: solare e al tempo stesso rustica e solitaria, dove chi sgarrava ""la regola"", non aveva scampo."