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1916: Il sacrificio di una generazione. L’epopea della grande guerra diventa romanzo.rn«Biondillo usa un approccio decisamente originale, raccontando la «grande guerra» soprattutto attraverso le vicissitudini degli artisti e intellettuali che la vollero e praticarono, anche a prezzo del loro sangue. Dando una particolare evidenza a quelli sedotti da Marinetti malefico incantatore, i Futuristi.» - La Stamparn«Gianni Biondillo trasforma la vita di Antonio Sant’Elia nel romanzo di una generazione.» - la Repubblicarn«Costruito su una solidità di documentazione che non attenua affatto la sua resa poetica.» - Avvenirern«Il libro ridà vita alla Milano dei Futuristi e lo fa con precisione rara.» - Corriere della Serarn«Uno splendido ritratto dell’uomo oltre che dall’inventore della Città nuova… Alla prima, coinvolgente, lettura, si capisce subito che si tratta di un libro frutto di approfondite ricerche, di una penna felice e della passione di uno scrittore che è a sua volta architetto.» - La ProvinciaEsiste una generazione di ragazzi che all'inizio del secolo scorso vollero rivoluzionare l'arte. Si chiamavano Boccioni, Erba, Sironi, Carrà, Russolo. Si conobbero nelle aule dell'accademia di Brera. Seguivano le idee avanguardiste del più anziano di loro, Filippo Tommaso Marinetti. Si facevano chiamare Futuristi. Erano interventisti convinti, si arruolarono senza indugio per il fronte, idealizzando la guerra come igiene del mondo. Molti di loro non tornarono a casa. Fra questi c'era u