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Il libro presenta il testo originale nell’autorevole revisione critica di Graziella Chiarcossi, accompagnata dalla traduzione in versi di Ivan Crico, uno dei più sensibili poeti friulani di oggi.rn«Un Pasolini "laterale che presenta non pochi motivi d'interesse» - Blow Uprn«L'italiano è stato per secoli una lingua divisa in stanze magari comunicanti ma distinte: la lingua della prosa e quella della poesia; lingua scritta e quella parlata; l'italiano letterario e i dialetti... Contro questa tendenza Pier Paolo Pasolini ingaggiò una lotta nelle sue opere, praticando tra l'altro un plurilinguismo intenzionale ed esibito, e tentando di porre un argine a quella lingua comune sì, ma un po' insipida e culturalmente pericolosa che egli chiamava italiano tecnologico, ""tipico e necessario del capitalismo tecnocratico""» - Lorenzo Tomasin, Il Sole 24OrernNel 1944, nel Friuli percorso dalle truppe naziste e devastato dai bombardamenti anglo-americani, il giovane Pier Paolo Pasolini scrive in friulano un dramma, a metà fra la tragedia e la sacra rappresentazione, che contiene, in una drastica e quasi profetica abbreviazione, tutti i temi della sua opera futura. Soggetto del dram ma è l’invasione dei Turchi in Friuli del 1499, testimoniata da una lapide che il giovane poeta poteva leggere nella chiesa di Casarsa; ma, sotto l’apparenza di un’evocazione storica, è tutto il mondo di Pasolini che I Turchi in Friuli mette in scena in un inestricabile ordito di elementi personali (i protagonist