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Sette "narrazioni"" - come ama definirle l'autore - per testimoniare le tappe più significative della narrativa di Bevilacqua. Sullo sfondo: rivolte operaie, la nascita del fascismo, le lotte del Triangolo rosso e, molto spesso, la Parma popolare e anarchica dell'Oltretorrente; in primo piano: indimenticabili figure di donne, scene corali, sottile analisi psicologica e ""tramestio"" interiore dei protagonisti. ""Una città in amore"" (1962), in cui Parma è scenario e protagonista allo stesso tempo; ""La Califfa"" (1964), storia di Irene Corsini, bellissima ragazza di origini popolari che diventa l'amante dell'industriale più potente della città, convertendolo alla vita; ""Questa specie di amore"" (1966, premio Campiello), monologo tenero e crudele, lunga confessione di un giovane marito alla moglie; ""L'occhio del gatto"" (1968, premio Strega), un piccolo capolavoro psicologico di forte potenza drammatica. ""Una scandalosa giovinezza"" (1978), quella di una prostituta realmente esistita