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Rivisitare il passato per riflettere sul presente.rnE provare a capire le origini dei nostri mali.rnrnIn un certo senso, il caos italianornè diventato caos dell’intero mondornoccidentale.rnrnMai come oggi la politica italiana sembra in predarna una paralisi. Da anni i partiti sono impegnatirnin una continua campagna elettorale, con l’unicornscopo di minare la legittimità degli avversari ernallo stesso tempo lasciare aperte le porte a tutternle alleanze possibili. Alleanze da stringere nelrnnome di un’eterna emergenza: economica, politicarno sociale.rnQuesta incapacità di educarsi all’alternanza, dirncomprendere che “è normale stare lungo una stagionernparlamentare ai banchi del governo e nellarnsuccessiva su quelli dell’opposizione”, sembra airnpiù una degenerazione della buona politica, ilrnfrutto avvelenato degli ultimi decenni, del passaggiorndalla Prima alla Seconda repubblica. Marnpotrebbe non essere così. Forse esiste un malernoriginario della politica italiana.rnPaolo Mieli ripercorre la vita del nostro Paesernattraverso una serie di storie – le convulse vicendernpolitiche dei primi anni del Regno; la GrandernGuerra; il fascismo; politici del dopoguerra comernDe Gasperi, La Malfa o Nenni; vicende oscurernquali il golpe del generale De Lorenzo o il dirottamentorndell’Achille Lauro; cronache giudiziarierncome quelle del caso Montesi o dell’assassiniorndel giudice Caccia – che contribuiscono a disegnarernun ritratto dell’Italia e della sua politicarnmolto spesso diverso d