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Uniti per sempre fino in fondo. Da questo libro il film con Colin Firth, Matthias Schoenaerts e Léa Seydoux.rnrnIl 12 agosto 2000, nel corso di un'esercitazione, il sommergibile nucleare Kursk, vanto della Marina russa e ritenuto inaffondabile, si inabissò nelle acque dell'Artico a causa di due esplosioni dovute a un siluro difettoso, che devastarono il gigantesco doppio scafo d'acciaio. Dei centodiciotto membri dell'equipaggio, ventitré sopravvissero dietro la barriera protettiva dei reattori, nella parte posteriore del Kursk, sotto il comando del tenente di vascello Dmitrij Kolesnikov, giovane ufficiale di ventisette anni. Questa è la loro storia, scritta da chi era presente in quei giorni frenetici. In questo libro appassionante, vero, che non fa sconti a nessuno, Robert Moore ha denunciato per la prima volta le responsabilità di questa disgrazia: la sua penna incalzante e drammatica ci consegna un pezzo di Storia rimasto sommerso, e ci svela le numerose falle di un sistema militare imperfetto e gli errori del governo russo, per il quale la messa in salvo dei sommergibilisti non fu mai un'assoluta priorità. Dal ritardo con cui venne rilevato il disastro al fallimento delle missioni di soccorso, fino alla fatale decisione di non accettare in tempo gli aiuti internazionali, la tragedia del Kursk apre uno squarcio inquietante sui meccanismi di gestione del potere della nuova Russia, portando alla luce i numerosi insabbiamenti voluti dal Cremlino: per il giovane Vladimir Putin