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Nel 1974 Oriana Fallaci pubblica "Intervista con la storia"". È un libro che fa epoca, viene tradotto nel mondo, studiato nelle università, continuamente ristampato. Con quelle interviste Oriana ci consegna ""una indimenticabile galleria di protagonisti internazionali del suo tempo: statisti di governo e di opposizione, leader democratici e dittatori, pacifisti umanitari e guerrieri, capi spirituali, ideologi, uomini d'azione..."". Così Federico Rampini, nella Prefazione alla riedizione nella nuova collana Bur delle ""Opere della Fallaci"". Da anni i lettori attendevano le nuove interviste, e lei stessa aveva lavorato alle bozze, lasciando note e appunti, e un testo che partiva dai famosi incontri con Khomeini e Gheddafi per lanciarsi in una riflessione appassionata sul potere. Nessuno, come lei, era riuscito ad avere accesso a personaggi di quel calibro, quelli che potevano realmente decidere del destino dell'umanità. La vita privata della Fallaci e quella professionale si sono sempre intrecciate: la scomparsa di due persone profondamente amate la spinge a un totale isolamento, ""i miei tre inverni nel tunnel"" li definisce; ma poi, dopo la pubblicazione di ""Un uomo"" nel 1979, mette a segno per il ""Corriere della Sera"" i due straordinari reportage dall'Iran di Khomeini e dalla Libia di Gheddafi, che compongono la prima parte di questa ""Intervista con il potere"". Nella seconda parte, dal 1964 al 1982 sfilano davanti al lettore i nomi che hanno fatto la storia della seco