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Questo libro rovista nella pattumiera della lingua italiana: dal Dante piùrnscorretto al Verga più anomalo; dalle storpiature dei comici come Totò aglirnstrafalcioni degli studenti, ma anche di uno scrittore come Svevo; dallernbizzarrie del linguaggio giovanile agli anglicismi e alle frasi fatte dei gerghirnaziendali e mediatici. In passato i problemi nascevano dalla distanza fra larnlingua parlata (il dialetto) e la lingua scritta (l’italiano), ma per chi è natorndopo gli anni Sessanta il rischio è quello opposto, di appiattire troppo lornscritto sul parlato. Ma ieri come oggi siamo tutti esposti al rischio dellarnfiguraccia, abbiamo tutti qualcosa da farci perdonare, una virgola, unrnaccento, un suono, una desinenza, una parola, un costrutto. La bistrattatarn«malalingua» riserva però anche piacevoli sorprese, come i sani condimentirnpopolari e regionali che insaporiscono il nostro idioma mediterraneo.