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L'ideale del "rule of law"", o ""governo delle leggi"" (contrapposto al ""governo degli uomini""), incarna l'aspirazione, antichissima e sempre attuale nel discorso giuridico e politico, che il diritto non sia una mera riformulazione della volontà dei dominanti, ma incarni e realizzi una qualche forma di giustizia. Una giustizia non meta-legale, ma propriamente giuridica - una moralità interna al diritto e sottratta alla disponibilità del sovrano. Nel volume convergono le riflessioni di studiosi italiani e stranieri che si misurano con questa ampia tematica, non ancora adeguatamente esplorata dalla cultura giuridica e fiIosofico-politica italiana, dove il tema del ""rule of law"" è spesso confuso con quello affine ma diverso dello ""stato di diritto"". Vengono in particolare affrontate e discusse le questioni attinenti alla definizione e ai vari dispositivi del ""rule of law"", che, pur nella loro valenza primariamente formale, sono finalizzati a impedire che il diritto sia piegato alle esigenze più arbitrarie del potere: pubblicità e conoscibilità del diritto, irretroattività, chiarezza e realizzabilità delle condotte richieste dalle norme giuridiche ecc. A ciò si affianca un approfondimento sul rapporto del ""rule of law"" sia con separazione dei poteri, con particolare riferimento alla discrezionalità interpretativa del giudice, sia con l'autonomia personale dei cittadini e il paternalismo giuridico."