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Salvatore Niffoi immerge il lettore in un’atmosfera soprannaturale eppure crudissima, firmando forse il più enigmatico dei suoi racconti.rnNon rispondeva nessuno. Melampu si tolse il cappuccio ed entrò nel cortile, sempre urlando: "Posta, dottorè, posta!"". Stringeva tra le mani un piccolo pacco piombato all'estremità. Stava per rimetterlo nel borsone, quando, oltre un vaso di campanelle blu scuro, la vide. Sulle prime gli sembrò uno scampolo, un avanzo di stoffa, uno scialle. Si chiuse il portone alle spalle e appoggiò la sacca su una panca di marmo. Il cadavere si era già sfreddato e aveva preso il colore giallino dei piedi dell'astore.Melampu è il corpulento postino del paese di Piracherfa. Trascina i suoi giorni a fatica, le budella lacerate dal troppo alcol, la memoria afflitta da un tragico passato familiare, l’anima avvelenata dalle oscene avance di Rodìa Sagrittu, la sua grottesca capoufficio. Spesso, voci gli bisbigliano all’orecchio di darsi al più presto la morte. Un’esisten