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Per "comprendere l'incomprensibile del XX secolo"" - i milioni di morti delle due guerre mondiali e lo sterminio del popolo ebraico nei campi nazisti serve, a giudizio di Michel Serres, un modello ""antropologico e tragico"" come quello elaborato da René Girard. Esso è incentrato sul carattere mimetico, cioè imitativo, del desiderio - un processo da cui derivano sia la trasmissione del sapere sia la violenza - e sul nesso che lega in modo inscindibile il sacro alla logica arcaica del sacrificio e al ruolo del ""capro espiatorio"". Sul filo che interseca il tragico e la pietà si svolge il discorso con il quale Serres accoglie l'amico Girard tra gli eletti dell'Accademia di Francia. Girard, a sua volta, secondo la tradizione della storica istituzione, fa il suo esordio ricordando il suo immediato predecessore defunto. È il domenicano Ambroise-Marie Carré, celebre predicatore che negli anni della guerra aveva svolto un ruolo importante nella resistenza ai nazisti. Girard si sofferma sul d