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Secondo i pedagoghi meglio intenzionati, oggi la scuola deve fornire ai giovani - naturalmente tenendo conto dei loro "stili cognitivi"" - solidi ""skillaggi professionali"", buon ""portfolio delle competenze"", ""metodologia laboratoriale"", ""flessibilità dell'intelligenza cognitivo-operazionale"". Su questa falsariga si sta muovendo l'ultima riforma delle nostre università. Secondo gli autori, questa riforma, porta a una patologica burocratizzazione, alla prevalenza di un sapere tecnico e professionalizzante, a scapito della formazione nel senso più autentico del termine, e a un ulteriore appiattimento su un presente che appare già fin troppo pervasivo nel flusso dei messaggi mediatici decentrati ma privi di spessore culturale."