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La storia non è finita è il libro di un «impolitico», nel senso dato a questo termine da Thomas Mann: uno che, come la maggior parte di noi, si appassiona più per una giornata al mare che per la cronaca politica, ma è convinto a malincuore che, quando il corpo sociale si ammala o viene aggredito e guastato, quando sono in gioco i valori in cui crediamo, allora diventano necessarie la presa di posizione, la protesta, la testimonianza, l'analisi, la satira... I capitoli di questo libro, nati quasi tutti come articoli per il «Corriere della Sera», parlano di laicità, liberata dall'equivoco che la contrappone scorrettamente alla fede; della necessità e dei limiti del dialogo fra le culture; del rapporto fra Stato e Chiesa o fra etica e diritto; di spirito religioso; della montante regressione irrazionalista; della scienza dinanzi alla mutazione epocale che sembra trasformare la stessa identità e natura dell'uomo; dell'involuzione politica che negli ultimi anni ha messo e sta mettendo in pe