Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza. Leggi di più
Finalista del Premio Letteratura d'Impresa 2021Torino, 1919. «Signor Levi, le propongo un affare fantastico: perché non fabbrica anche lei penne stilografiche a Torino?». Un giovane ragioniere intraprendente guarda dritto negli occhi un noto industriale tessile di Torino, Isaia Levi. L’imprenditore è intrigato dalla proposta del giovanotto che gli sta davanti. Se Torino è nota per aver dato i natali al Regno e se è famosa per le sue pasticcerie, il cioccolato, l’industria automobilistica e quella tessile, non potrebbe diventare la “capitale” della penna stilografica? Qualche giorno dopo comincia l’avventura: «Buongiorno, devo registrare una nuova società». Il funzionario della Camera di Commercio solleva lo sguardo dalle carte e stringe le labbra in segno di considerazione: «Nome della società?». «Fabbrica italiana di penne a serbatoio Aurora».Torino, 1889. Un certo Cesare Verona importa in Italia le prime macchine per scrivere di produzione americana Remington. La sua attività cominci