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È nel marzo del 1964 che Jannacci Vincenzo diventa Enzo Jannacci: o il Saltimbanco, come amava definirsi dando una forte valenza etica al proprio lavoro di cantautore e autore teatrale nonché televisivo. La canzone che rende Jannacci noto a tutti si intitola "El portava i scarp del tennis"" e narra della gente comune, che sarà sempre il vero obiettivo di un'arte senza snobismi. Il ""barbon"" del brano muore nell'indifferenza, ma i valori che come ogni uomo egli ha in sé non sono ""roba minima"", malgrado Jannacci così canti, con pudore. Perché non è ""roba minima"" la vita di un signore diviso tra la medicina del corpo e quella dell'anima, capace di resistere alle tante censure e banalizzazioni di chi ancora oggi lo definisce ""un clown"" per cantare emarginazione, razzismo, lavoro minorile, droga, malasanità, mafia, malapolitica, TV senza morale. E soprattutto non è ""roba minima"" l'eredità umana di un artista che amava dire: ""Ricordati, non si traffica con la coscienza. Mai. Se si