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«Imprescindibile per comprendere le dinamiche del contrabbando, del capitalismo criminale che si trasforma in economia legale e cinetica finanziaria vincente» - Roberto Savianorn«È appassionante letteratura civile, narrazione allo stato puro» - Giuseppe Gennarn«Ci manca Alessandro Leogrande, scrittore di onestà intellettuale assoluta, di una generosità disarmante, rigoroso, colto, informatissimo, assolutamente privo di narcisismo, morto davvero troppo presto, proprio quando avevamo bisogno della sua voce che in quel momento stava diventando sempre più forte» - Angelo Ferracuti, la LetturaTra gli anni novanta e i primi anni duemila il traffico di sigarette nel basso Adriatico è stato un eccezionale laboratorio, grazie al quale la criminalità – non solo pugliese o italiana, ma internazionale – ha messo a punto un nuovo modo di delinquere, capace di fondersi e rendersi spesso indistinguibile dalla normalità “legale”. E Alessandro Leogrande lo aveva capito bene, tanto che, come spiega Gian