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Pubblicati nel 1877, i "Tre racconti"" furono scritti mentre il loro autore stava componendo quell'invettiva contro la stupidità umana che è ""Bouvard e Pécuchet"" e, come dice Camillo Sbarbaro - autore di questa traduzione proposta per la prima volta da Bompiani nel 1945 - ""Flaubert riesce tuttavia, e quasi suo malgrado, a creare proprio allora quest'opera, che si offrirà ormai alle nuove generazioni letterarie come la più pura eredità, l'affermazione testamentaria di un autentico credo artistico"". L'opera è articolata in tre episodi che costituiscono un autentico trittico narrativo, con una sua cadenza ritmica e armonia nella varietà stilistica. Dapprima la cronaca di un'esistenza semplice, umile e oscura, come è quella della fedele serva di provincia Felicita in ""Un cuor semplice"" la cui triste parabola è segnata da un amore infelice in giovinezza, dalla devozione verso i figli della padrona, dalla morte di un amato nipote e dall'adorazione di un pappagallo impagliato. Quindi ""