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«...Inviterei a una grata simpatia per quest'uomo straordinario: il quale, se non dà troppa confidenza a nessuno, però non chiude mai la porta della sua intimità e, anche a costo di torturarci, è sempre disposto a dar adito fin negli angoletti più riposti e scabrosi del suo cuore. Lo fa nei "Diari"", giorno dopo giorno; lo fa nelle ""Lettere"". Ma insieme (o soprattutto?) scrive messaggi a se stesso e a noi: perché sa di dover sviscerare e poi comunicare al mondo una serie di segreti tenebrosi ma anche lucentissimi che giacciono in fondo a lui stesso. Ciò lo fa anche in questi ""Quaderni in ottavo"" stesi tra il 1917 e il 1919, poco prima di scrivere quel lungo documento rivelatore che è la ""Lettera al padre""» (dalla postfazione di Italo Alighiero Chiusano)"