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"Il signor Pirandello è desiderato al telefono"". Cascais, 1935. Un attore che interpreta Pessoa (o Pessoa stesso?) telefona a Piran-dello, perché ha l'anima in pena e ""a lui interessano le anime in pena"". Un dialogo a una sola voce, un gioco del rovescio costruito su continue rifrazioni che danno l'illusione di una poetica polifonia. ""Il tempo stringe"" è un duello mancato. Enrico usa le parole come fendenti, contro un avversario che si è già sottratto allo scontro, poiché giace morto su un letto di ospedale. Tra il disperato e il grottesco, una surreale resa dei conti tra un uomo e un fantasma, simbolo della novecentesca solitudine dell'Io. ""I dialoghi mancati"" di Tabucchi sono a ben vedere due monologhi, perché si articolano con interlocutori che non possono rispondere. È l'Umano portato sulla scena attraverso il personaggio, maschera cava costruita per far risuonare l'anima dell'attore: la sua voce. ""Marconi, se ben mi ricordo"". Radio Londra, 1935. Lo speaker guida in una vi