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«Niente è complicato, se ci cammini dentro.»Lo incontriamo da ragazzino mentre una mattina di fine inverno "scarpagna"" verso le Bisacconi (le scuole elementari del paese, un cubo giallo vomito dentro un giardino di erbacce barbare). Canticchia ""Se mi vuoi lasciare dimmi almeno perché"". Sono gli anni cinquanta e mentre ruba in una vigna un grappolo di schizzozibibbo, Lupetto, così lo chiamano, vede un uomo, alto come una nuvola, con una barba immensa e un cane vecchio al suo fianco. Un dio?Una divinità pagana grande e sozza come un letamaio che gli regala, per tutta la vita, una facoltà meravigliosa: un orologio interno, anzi un orobilogio che gli consentirà di correre avanti nel tempo, di vedere quello che accadrà nel mondo e insieme di vivere il suo tempo, tra premonizioni e rivelazioni. Così Lupetto diventa Saltatempo, cresce bislacco e combattivo, mentre il paese dove vive si va trasformando e l'orobilogio con i suoi giri improvvisi e vorticosi prospetta il tempo che verrà. Dalla