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Ostinato, divertente e spesso in rotta con tutti, Marcello è un eroe maldestro eppure pieno di candore. Assomiglia all'Arturo Bandini di John Fante. Ma è calato in una «vita violenta» dalla quale solo l'immaginazione può salvarlo. rnrn«Dentro la pancia di Rosa c'ero io, che arrivavo insieme al giardino. Il nome fu tanto discusso, dato che i nonni erano stati accontentati tutti. Mamma si era fissata che mi voleva chiamare Maurizio, ma a papà questo nome suonava male. Gli venne in mente allora un amico di mio fratello Antonio, un ragazzetto buono, educato, che si chiamava Marcello. Sperava che se mi metteva il suo nome uscivo come lui. Invece no: focu fu».rnrnrnMarcello è cresciuto nelle baracche lungo la fiumara di Marrani, alla periferia di Reggio Calabria, ed è alla fiumara che da bambino passa i pomeriggi. Tra carcasse di auto, elettrodomestici rotti e confezioni di caramelle scadute, in quella discarica a cielo aperto la sua fantasia trasforma tutto in gioco. È lí che porta il suo c