Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza. Leggi di più
Quèll che sa i mórt, e i n dì gnént, i sa tótt,rnènch' quant t si 'd chèsa, da par tè, la nòta,rnpórti, finestri céusi, lòu i è lè,rnche t si ndè lèt, l'è tèrd, t'é smórt la luce,rnt si svégg, te schéur, u t vén ad chi pensirrnch'i n s pò déi, lòu i è sémpra alè, i t lèz dréinta,rnmo i è bón, i fa féinta da no èsi.rnrnQuel che sanno i morti, e non dicono niente,rnsanno tutto,rnanche quando sei in casa, da solo, la notte,rnporte, finestre chiuse, loro sono lí,rnche sei andato a letto, è tardi, hai spento la luce,rnsei sveglio, al buio, ti vengono di quei pensieri,rnche non si possono dire, loro sono sempre lí,rnti leggono dentro,rnma sono buoni, fanno finta di non esserci.Come in tutte le sue raccolte poetiche, in Ad nòta, cioè la notte, Baldini mette in scena personaggi di paese, ma come stravolti, beckettiani. Riscatta il bozzetto di provincia con una visionarietà surreale e con un'affabulazione che provoca continui cortocircuiti mentali. Ma proprio in questo libro che sta in mezzo al