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Salutata ogni volta all'apparire dei singoli volumi che la compongono da un caldo e crescente successo di critica e di pubblico, la "Storia dell'Italia moderna"" di Giorgio Candeloro ha assunto un grande e incontestato rilievo nella storiografia italiana e non solo italiana del dopoguerra. L'ininterrotta, meritoria fatica dell'autore ha dato vita a un'opera di carattere generale, non rigidamente specialistica, ma costantemente a un alto livello scientifico, che ha acquisito in questi anni ""una funzione insostituibile, di permanente riferimento per la conoscenza del modo col quale si è venuto formando il nostro paese"" (Ernesto Ragionieri). Quella di Candeloro - secondo un giudizio che Paolo Spriano formulò già nel 1968 e che i fatti hanno confermato nei decenni successivi - è ""un opera che resterà"". In questo volume: Agitazioni e riforme dal luglio 1846 al gennaio 1848; La rivoluzione e i primi due mesi della guerra d'indipendenza; La crisi del federalismo e del neoguelfismo. La rea