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"La mia opera narrativa è coerente perché credo di avere un pensiero politico e sociale da esprimere e da sviluppare...""rnrn«Bassani dovrebbe vivere e andare in giro con un registratore nella tasca dei pantaloni, e con un microfono elettronico nel taschino della giacca. Appena si accorge di cominciare a parlare sul serio, dovrebbe premere l'apposito bottoncino. Così, alla fine di ogni stagione, avrebbe un libro bell'e pronto da dare alle stampe. Scrittore di primissimo ordine ma, come scrittore, tanto parco e cauto quanto, come parlatore, è generoso e pronto». L'osservazione è di Mario Soldati, che di Giorgio Bassani fu collega e primo amico: ed è sufficiente a presentare questa raccolta di cinquanta conversazioni - molte delle quali finora sconosciute alle bibliografie e tradotte in italiano per la prima volta - che percorrono e ricostruiscono con volante felicità l'intera vicenda dello scrittore, dagli esordi come autore di poesie e brevi racconti fino al grande ciclo de «Il romanzo