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I primi quattro racconti di questa raccolta sono percorsi da una vena di ironica malinconia per le occasioni mancate e per il passaggio inesorabile del tempo. In "Nona e Tredicesima"" un musicista di piano-bar sogna ciò che avrebbe potuto essere; in ""V.O. Versione originale"" un regista della giuria di un festival dell'horror e del fantasy tentenna tra due rapporti possibili per ripiombare nell'inconcludenza di una vita mediocre; in ""Ai ferri corti"" una coppia di pensionati vive nella solitudine rassegnata di una casa sul mare alla quale non sono riusciti a dare un nome; in ""Leida"" una donna spiega la nostalgia a un giovane ammiratore. I successivi tre racconti sono storie compiute e allo stesso tempo schizzi e frammenti per un'opera di più ampio respiro intitolata ""Unrest"", che traccia la storia di una famiglia borghese nella seconda metà del Ventesimo secolo. In ""Ivy e le sue sciocchezze"" l'io narrante è il figlio più piccolo, che vede il fantasma di un uomo assassinato dall